Con due decreti della Presidenza del Consiglio, il Governo ha “completato la cornice” normativa per garantire il rientro a lavoro in sicurezza per la p.a. e per i privati a partire dal 15 ottobre 2021.

In particolare, il 12 ottobre il Presidente del Consiglio ha firmato il dpcm sulle linee guida per il rientro in ufficio dei dipendenti della Pubblica amministrazione e quello sulle modalità di controllo della certificazione verde sia per l’impiego pubblico che per quello privato. Per quest’ultimo è stato necessario il parere favorevole del Garante della Privacy, che ha acconsentito all’uso delle specifiche applicazioni digitali scelte dal Governo per la verifica dei green pass, definendo al contempo anche le regole da rispettare per tutelare i dati sensibili dei lavoratori.

Per saperne di più, il Governo ha messo a disposizione le risposte alle domande frequenti (FAQ) sui dpcm riguardanti Green Pass e ambito lavorativo firmati dal Presidente del Consiglio sul proprio sito, raggiungibile cliccando il seguente link: https://www.governo.it/it/articolo/green-pass-faq-sui-dpcm-firmati-dal-presidente-draghi/18223

In breve, queste le novità salienti, valide per i lavoratori pubblici e privati, precisate nei DPCM rispetto al Decreto Legge n. 127/2021:

  • l’accesso del lavoratore presso il luogo di lavoro non è consentito in alcun modo e per alcun motivo a meno che lo stesso non sia in possesso della predetta certificazione (acquisita con vaccino da almeno 14 gg, tampone negativo o guarigione covid negli ultimi 6 mesi);
  • per quanto riguarda le p.a. tale obbligo è esteso ad ogni soggetto che accede alla struttura per lo svolgimento di qualsiasi attività diversa dalla fruizione dei servizi erogati dall’amministrazione; l’unica categoria di soggetti esclusa dall’obbligo è quella degli utenti;
  • chi non ha il green pass resterà a casa senza stipendio, sarà assente ingiustificato, conserverà il posto di lavoro e rientrerà al termine dello stato di emergenza;
  • chi accederà nei luoghi di lavoro senza green pass, oltre all’immediato allontanamento dal lavoro e ferme rimanendo le conseguenze di ordine disciplinare, pagherà una multa irrogata dal Prefetto che va dai 600,00 ai 1.500,00 euro;
  • la verifica del green pass potrà essere effettuata manualmente o in via automatizzata: i datori di lavoro hanno a disposizione un pacchetto di software che integrerà la app gratuita nazionale “Verifica C19”;
  • il Qr Code del green pass che viene scansionato durante i controlli non può essere conservato dal datore di lavoro. I soggetti esenti ne avranno uno apposito, in corso di predisposizione;
  • il lavoro da remoto non è un’alternativa per chi non ha il green pass: non si ha infatti diritto di usufruire dello smart working se non si è in possesso del certificato verde.