La Suprema Corte, con sentenza n. 32473/2021, ha stabilito che non ha diritto all’indennizzo INAIL la dipendente di una Procura della Repubblica che, dopo essere uscita dal proprio Ufficio e dunque aver timbrato il cartellino, ha interrotto il proprio orario di turno continuato per prendere un caffè con altre colleghe all’esterno della struttura lavorativa e in tale frangente è caduta rompendosi il polso.

Ribaltando le decisioni dei due primi gradi di giudizio, la Corte ha ritenuto mancante il nesso di causalità tra l’incidente e l’attività svolta. In particolare, per la Cassazione, l’incidente è avvenuto non per un bisogno fisiologico ma per un desiderio “certamente procrastinabile e non impellente”, che esclude che l’incidente sia avvenuto “in occasione di lavoro”.