Può essere licenziato il dipendente che, per fini privati, ha “navigato” ripetutamente su siti non sicuri dal pc aziendale mettendo a rischio la sicurezza interna della società. A stabilirlo, con la sentenza n. 494 il 6 agosto 2021, è il Tribunale di Venezia che ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa intimato da un’agenzia marittima che aveva subito un pesante attacco informatico e che era stata costretta a pagare un riscatto per recuperare i dati sottratti. Il dipendente aveva effettuato numerosi accessi a siti e form personali durante l’orario di lavoro per far fronte ad incombenze ordinarie. Il Pc del dipendente era stato oggetto di hackeraggio con blocco dell’intero sistema aziendale. Il virus aveva criptato tutti i dati del fisco del computer del lavoratore per poi espandersi sulla rete aziendale.